Filosofia dell’orto

Dal giardino dell’Eden agli orti urbani, la storia appassionante di un umile pezzo di terra che è diventato metafora di equilibrio e convivenza.

“Nell’orto non si deve avere fretta, la filosofia della lentezza diventa parte integrante dei nostri gesti e del nostro essere. Il gusto di ritrovarsi, di riarmonizzarsi col mondo, il piacere di prendersi cura di qualcosa e di qualcuno, sono aspetti che il nostro stile di vita, fatto di troppa frenesia, trascura.
L’orto diventa allora il luogo in cui aprirsi ad un nuovo benessere e riappropriarsi del proprio tempo.” (fonte)

“Da una parte c’è un riferimento a quelli che una volta venivano chiamati “orti di guerra”, creati per pura sopravvivenza, e che mi auguro non abbiano più motivo di esistere. Poi si fa riferimento al coltivare la pace interiore, che predispone alla vita pacifica e alla pace in senso più ampio. L’orto rasserena e aiuta a fare comunità. Magari si inizia col parlare di semi e si finisce col conoscersi meglio. Anche la pluralità di colture è un fattore di pace.” (fonte)

“Ora credo in quello che faccio: il contadino. Posso spiegarvi come fare affinché la terra riesca a creare energia per la vita, ma non il perché ci riesce. Coltivo una parte molto razionale ma c’è momento in cui la razionalità non può più darci delle risposte. Sono molto affascinato dal mistero della vita, ma se mi chiedono, l’unica cosa a cui non potrei mai rinunciare è il mio orto. Coltivare l’orto è un gesto rivoluzionario. (Pierre Rabhi, fonte)

“Al giorno d’oggi, la metafora più diffusa per descrivere il cervello è quella che lo paragona a un computer: la sua struttura fisica corrisponderebbe all’hardware, la mente al software… Sempre più spesso, invece, la psicologia e la biologia contemporanee tendono a recuperare una metafora antica ma efficace: l’idea che possiamo coltivare il nostro io più profondo, che lo si chiami mente o animo, proprio come faremmo con un giardino… Prenderci cura di un orto o un giardino, di piante che crescono seguendo il proprio ciclo vitale, può influire in modo positivo sulla nostra salute, il nostro benessere psicologico e la nostra autostima.” (fonte)

“Francesco Bacone ci ricorda che «Dio fu il primo a piantare un giardino». Per Cicerone «accanto alla biblioteca serve un giardino e un orto» e perfino Stalin … voleva trasformare un’area di due milioni di chilometri quadrati dell’immensa Russia in una gigantesca foresta e in uno «sconfinato giardino». (fonte)

Bibliografia e sitografia